Dl ristori: Boccardi (Assoeventi), intervenire per rinviare avvisi pagamento Inps
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Roma, 17 DIC. – “Quest’anno molte imprese dei settori degli Eventi, del Wedding e dei Meeting hanno perso fino al 95 per cento del fatturato rispetto al 2019, dal momento che hanno potuto lavorare solo per alcune settimane, eppure si sono viste recapitare gli avvisi di pagamento dell’Inps relativi agli F24 di marzo, aprile e maggio che erano stati sospesi e rinviati al 30 settembre. Sono importi che oggettivamente le nostre imprese non sono state e non sono ancora in grado di sopportare, in quanto i ricavi avuti nel 2020 sono inferiori rispetto alle somme che dovremmo pagare con gli F24”.
Lo afferma Michele Boccardi, presidente di Assoeventi, l’associazione di Confindustria dei settori Events, Luxury e Wedding.
“Lo stop al versamento dei contributi di marzo, aprile e maggio - continua Boccardi - non è stato infatti ulteriormente rinviato nel decreto ristori e così assistiamo al paradosso di avere le nostre attività produttive ferme e l’Inps davanti alla porta, chiusa, delle nostre imprese. L’apertura consentita dal 15 giugno alle nostre imprese è stata solo fittizia dal momento che poi sono state ricostrette a chiudere, sempre per decreto, il 13 ottobre. Ribadiamo nuovamente che le nostre attività si basano su una programmazione semestrale, se non annuale, per cui le aperture estemporanee consentite dal Governo ci hanno ‘aiutato’ in maniera minima, quasi irrilevante. Chiediamo pertanto al Governo stesso di intervenire nella manovra di bilancio per porre rimedio ad una situazione insostenibile per le 46630 aziende del nostro comparto”.
Lo afferma Michele Boccardi, presidente di Assoeventi, l’associazione di Confindustria dei settori Events, Luxury e Wedding.
“Lo stop al versamento dei contributi di marzo, aprile e maggio - continua Boccardi - non è stato infatti ulteriormente rinviato nel decreto ristori e così assistiamo al paradosso di avere le nostre attività produttive ferme e l’Inps davanti alla porta, chiusa, delle nostre imprese. L’apertura consentita dal 15 giugno alle nostre imprese è stata solo fittizia dal momento che poi sono state ricostrette a chiudere, sempre per decreto, il 13 ottobre. Ribadiamo nuovamente che le nostre attività si basano su una programmazione semestrale, se non annuale, per cui le aperture estemporanee consentite dal Governo ci hanno ‘aiutato’ in maniera minima, quasi irrilevante. Chiediamo pertanto al Governo stesso di intervenire nella manovra di bilancio per porre rimedio ad una situazione insostenibile per le 46630 aziende del nostro comparto”.